Marzo 11, 2024

Emicrania e nutrizione: la dieta chetogenica

  • Emicrania e Fattori Trigger
  • Alimentazione come medicina
  • Dieta Chetogenica
  • Approccio multidisciplinare

Emicrania e Fattori Trigger

L’emicrania è un disordine neurologico complesso che coinvolge diversi meccanismi neurali che regolano le funzioni autonomiche, affettive, cognitive e sensoriali. E’ una condizione disabilitante, comune,  ricorrente, “femminile” in cui la genetica gioca un ruolo importante.

Ci sono 4 tipi di fattori condizionanti nell’emicrania da considerare:

  • i fattori di rischio sono quelli la cui presenza può preparare un terreno fertile per l’insorgenza degli attacchi di cefalea o il loro peggioramento (ad esempio patologie organiche, metaboliche o muscolo-scheletriche come i disturbi cervicali),
  • fattori stressor che agiscono da agenti irritativi iniziali quando non c’è mal di testa (fase inter-ictale) . Questi fattori sono in grado di determinare, in certi soggetti e in particolari momenti, il “terreno pericoloso” e predisponente per l’attacco. Immaginando un vaso, i fattori stressor sono i “vari liquidi” che piano piano lo riempiono fino all’orlo.
  • fattori trigger propriamente detti: sono quelli che agiscono sul terreno predisposto preparato dai fattori stressor e irritano ulteriormente il sistema nervoso. Siamo ancora in fase pre-sintomi mal di testa. In pratica sono quei fattori che agiscono come la goccia che fa traboccare il liquido dal vaso o che facilita la rottura del vaso stesso.  Un stress psico-fisico intenso, un dolore cervicale, una patologia, qualsiasi stimolo con un’ intensità e durata provocative può agire in questo senso in un preciso momento. 
  • fattori detector : sono gli stimoli successivi al tracollo, che possono essere anche stimoli “normali”. Sono i fattori che rivelano l’inizio del mal di testa, che attestano che il travaso e l’inondazione sono iniziati. Esempio classico è lo stimolo luminoso. Se il sistema nervoso della persona è stato iper-sensibilizzato e iper-eccitato (vaso colmo per colpa dei fattori stressor), uno stimolo luminoso di intensità  e durata provocativa (luce abbagliante) può agire da trigger (la goccia che fa traboccare il liquido dal vaso). A questo punto il sistema nervoso si ritrova più irritato, sensibile ed eccitato. A causa di questo, gli stimoli luminosi successivi, magari normali come la luce del sole, vengono percepiti come anormali o pericolosi. Da qui ne deriva il sintomo premonitore : la fotofobia iniziale (“la luce mi da fastidio”), che poi si continua nella fotosensibilità accentuata (“la luce è dolorosa”) che ne è il continuum. Questo è il sintomo palese finale caratteristico e la luce non è il trigger.

I più comuni fattori trigger riferiti oggi dai pazienti con emicrania sono: disturbi del sonno , tempi di riposo o recupero psico-fisico insufficienti, abitudini alimentari scorrette (saltare i pasti o alcuni cibi), le fluttuazioni ormonali (emicrania mestruale), periodi di stress emotivo eccessivo. Spesso i fattori trigger vengono confusi con i fattori detector e con i relativi sintomi premonitori o d’accompagnamento.

Certamente i dolori e i disordini cervicali sono fattori muscolo-scheletrici spesso associati all’emicrania rispetto alla quale possono agire sia da stressor che da trigger . Purtroppo restano molto sottovalutati o ignorati.

 

Alimentazione come medicina

“Fa che il cibo sia la tua medicina e che la medicina sia il tuo cibo”…

…scriveva Ippocrate nel suo trattato “Antica Medicina”. Vari alimenti da sempre e in ogni cultura sono considerati veri e propri medicinali, in grado di ridurre gli effetti negativi dello stress in eccesso, ridare energia, forza, concentrazione, curare i disturbi dell’umore, dell’ansia e della depressione. Spesso sono protagonisti dei principali eventi della vita, sia lieti che dolorosi. Ogni persona è legata a piatti che, stimolando la memoria involontaria, influenzano il benessere psichico e fisico. Si dice che l’ intestino sia il nostro secondo cervello e tutto ciò che altera il uso equilibrio – a partire dalla qualità di ciò che si mangia – può avere conseguenze molto negative.

Il profilo nutrizionale del cefalalgico è un aspetto che va sempre considerato e valutato prima della prescrizione farmacologica. I farmaci hanno un ruolo importante nella prevenzione e nel trattamento sintomatologico dell’emicrania ma l’efficacia resta temporanea ed è ancora limitata. Gli effetti collaterali sono vari e a diversi livelli, così come sono numerose le interazioni negative con altri medicinali e cibi. Tipo, dosi, modalità e tempi di assunzione dei farmaci, sono fondamentali. Far-da-sè e senza indicazioni del medico specialista aumenta il rischio di effetti collaterali e abuso di medicinali con grave peggioramento del mal di testa.

Evidenze scientifiche suggeriscono che gli interventi alimentari mirati e ben strutturati, cioè la prescrizione di diete specifiche col medico specialista sono un approccio utile e fondamentale per l’emicrania.

Diete Low-Fat, cioè programmi alimentari a basso contenuto di grassi, normoproteici e fibre, diete vegane, e diete basate sull’ eliminazione di cibi “trigger”, sono in grado di ridurre la frequenza, intensità e durata e di conseguenza la quantità di medicinali necessari. Tuttavia, recenti osservazioni sembrano indicare nella diminuzione dei carboidrati una delle chiavi di volta del successo degli approcci nutrizionali nel campo dell’emicrania.

 

Dieta Chetogenica

La dieta chetogenica è un aiuto “nuovo” e concreto per molte persone con emicrania. Occorre aver ben chiari prima alcuni concetti. Le manifestazioni sintomatologiche emicraniche sono associate a alterazioni infiammatorie neurovascolari di peculiari tessuti e alle evoluzioni disfunzionali, in senso pro-nocicettivo, di circuiti neurali specifici. Tutto ciò che promuove i processi infiammatori può in un emicranico agire come una fiammella che riscalda un pentolino d’acqua già vicino all’ebollizione.

La carne confezionata, i derivati animali, gli zuccheri e altri alimenti industriali sono ricchi di proprietà infiammatorie e dunque la loro riduzione o eliminazione può essere – e di fatto ad oggi risulta esserlo – benefica. Anche la perdita di peso ha benefici dimostrati.

Negli emicranici l’attività dei mitocondri (cioè le stazioni energetiche cellulari) è ridotta. C’è un accumulo di lattati e alterazioni della plasticità neuronale nonché bassi livelli di alcuni neurotrasmettitori della “felicità”: serotonina e gaba.

Un gruppo di lavoro di neurologi italiani diretto dal Dott. Di Lorenzo MD, PhD con la partecipazione anche del Dott. Coppola MD, PhD sta da tempo studiando e approfondendo sempre più in particolare l’azione della cosiddetta dieta chetogenica nel paziente con emicrania. Tale dieta si basa sulla drastica riduzione dei carboidrati, tale da indurre la produzione, a partire dai grassi, di molecole biologicamente surrogate dello zucchero, chiamate corpi chetonici , aventi un ruolo energizzante ed antinfiammatorio.

In tale tipo di dieta, il ruolo dei grassi sarebbe da considerarsi addirittura positivo: il loro incremento infatti potenzia lo stato di chetosi; tuttavia, nei pazienti emicranici sovrappeso o obesi, l’introito di grassi viene ugualmente ristretto, al fine di favorire l’utilizzazione del tessuto adiposo come fonte di grasso per produrre corpi chetonici. Una pubblicazione del suddetto gruppo ( Di Lorenzo 2014 ) ha evidenziato come tale dieta abbia dei benefici clinici molto significativi proprio sui pazienti emicranici sovrappeso/obesi.

In un altro recente lavoro ( Di Lorenzo 2016 ) lo stesso gruppo ha dimostrato che tale dieta sia in grado di normalizzare le funzioni neurofisiologiche tipiche dell’emicrania nel periodo interictale – cioè tra un attacco e un altro – in un gruppo di pazienti emicranici a prescindere dal peso di partenza e dall’introito lipidico fornito dalla dieta. Gli autori ipotizzano che tale effetto sia dovuto alla normalizzazione del rapporto tra due neurotrasmettitori dall’effetto opposto (GABA e glutammato), all’aumento del rilascio di serotonina e al potenziamento del metabolismo energetico cellulare cerebrale.

Per ulteriori approfondimenti si consiglia la lettura del keto-blog ricco di informazioni, consigli pratici, ricette e testimonianze individuali di pazienti con emicrania e cefalea a grappolo che hanno sperimentato o stanno facendo la dieta chetogenica .

 

Approccio multidisciplinare

L’ approccio multidisciplinare è l’ unico intervento sensato e utile per chi soffre di emicrania perchè essa è una condizione neurologica in cui molti fattori giocano un ruolo chiave. In un paziente emicranico vanno indagate la sfera emotiva, i disturbi del sonno, gli aspetti muscolo-scheletrici, la partecipazione sociale, lo stile di vita e le abitudini alimentari nonché il profilo nutrizionale correlati.

L’approccio nutrizionale ha sicuramente un potenziale notevole ed è sempre più supportato dalla ricerca. Ma attenzione a rivolgervi alle figure sanitarie giuste!

In Italia l’abusivismo dilaga sempre più e troppe persone non qualificate spesso si “mettono a fare o prescrivere” diete o regimi alimentari. Quando si tratta di nutrizione per condizioni neurologiche o patologiche specifiche, occorre rivolgersi a un medico specialista al riguardo come ad esempio il Dott. Di Lorenzo MD, PhD che sta riportando in auge in Italia proprio la dieta cheto.

La prescrizione “alimentare” è una prescrizione “farmacologica”, se non addirittura meglio. La prescrizione di una dieto cheto in neurologia non è la stessa per problemi non neurologici. E’ tempo di riconsiderare bene la propria alimentazione con le figure professionali giuste e in modo serio perché il cibo è una vera e propria medicina.

Ecco qui un elenco di professionisti medici, biologi nutrizionisti esperti in dieta chetogenica in neurologia

 

 

Bibliografia:

Egger J, Carter CM, Wilson J, Turner MW, Soothill JF (1983) Is migraine food allergy? A double-blind controlled trial of oligoantigenic diet treatment. Lancet 2:865–869

Bic Z, Blix GG, Hopp HP, Leslie FM, Schell MJ (1999) The influence of a low-fat diet on incidence and severity of migraine headaches. J Womens Health Gender-Based Med 8:623–630

Rockett FC, de Oliveira VR, Castro K, Chaves ML, Perla Ada S, Perry ID (2012) Dietary aspects of migraine trigger factors. Nutr Rev 70:337–356

Fukui PT, Goncalves TRT, Strabelli CG, Lucchino NMF, Matos FC, Dos Santos JPM, Zukerman E, Zukerman-Guendler V, Mercante JP, Masruha MR, Vieira DS, Prieto Peres MF (2008) Trigger factors in migraine patients. Arq Neuropsiquiatr 66:494–499

Anne E Bunner, Ulka Agarwal, Joseph F Gonzales, Francesca Valente  and Neal Barnad (2014) Nutrition intervention for migraine: a randomized crossover trial Journal of headache and Pain 15:69

Di Lorenzo C, Coppola G, Sirianni G, Di Lorenzo G, Bracaglia M, Di Lenola D, Siracusano A, Rossi P, Pierelli F (2014) Migraine improvement during
short lasting ketogenesis: a proof-of-concept study. Eur J Neurol doi:10.1111/ene.12550

Di Lorenzo C, Coppola G et al. (2016) Cortical functional correlates of responsiveness to short-lasting preventive intervention with ketogenic diet in migraine: a multimodal evoked potentials study. J Headache Pain. 2016;17:58. doi: 10.1186/s10194-016-0650-9. Epub 2016 May 31.